03/04/10

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"Una felicità dura, di più generazioni"


Aveva dentro racconti di cose mai
viste, sfollamenti, ritorni
mancati e altri, misteriosi,
dai geli della Russia.
E anni senza marito, due figlie
appese al collo sulle navi
tra Genova e l'Etiopia.

Aveva dentro uno spartito
con mille note che io
non ho mai sentito, una gran
copia di emozioni che chi di noi
ha mai vissuto...

Aveva negli occhi il ridere
d'aver conosciuto il suo uomo
davanti alla gabbia dei conigli
in un mattino aspro e gentile
quando lui salutò con due battute
volgarotte e celestiali.
Il suo uomo grande
partito prima di lei, servito
come un re
e come un bimbo poi
accompagnato fino all'ombra.

In lei,
gran madre,
era ospitale
anche il vago cenno
erano vere le apprensioni
persino l'ira che pungeva
a volte in fondo agli occhi.

Por il mondo?
Sì, per quello.

Ad ospitare ogni cosa
si soffre, molto.
Ocorre
una felicità dura, di più generazioni.

Davide Rondoni in "Un bonheur dur", Cheyne Editeur,
Le Chambon-sur-Lignon, 2005, pp 20 - 22.
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(Nota - este é o primeiro de um ciclo de poemas
que Rondoni dedica à avó materna.)
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