08/05/11

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      "Partenza"


Quando parti non venne nessuno ai bordi della pista.
Quando parti i viaggi erano cosa semplice e banale,
e non questo desiderio di cercare un senso per
il dolore, una radura per l'assenza, una fonte
- per quanto minuscola - per saziare quello che
si mantiene un'inesauribile sete. Quanto partii erano

tutti indaffarati a viaggiare, ma in un altro modo -
voracità di faccendieri, spalancati occhi
dove il tempo si mercanteggia tanto quanto un futuro
ipotecato o una semplice ruota arrugginita. Quando
parti ebbero subito la premura di avvertirmi che la poesia
non ha mai salvato nessuno, che la ricerca delle radici

(cosi come la comprensione di un passato non
avvenuto) era cosa tanto ridicola quanto obsoleta
per il riso sciocco di molti. Quando partii la buganvillea
dell'abitazione di fronte era slendente e c'era
un gatto che bucava la rete. Quando partii una donna
nel palazzo accanto sbatteva un piccolo tappeto.

Mi fece un segno. Sorrise. Quando pertii immaginai
il loro scherno, le telefonate di uni agli altri,
le chiacchiere. Quando partii nessuno venne
per salutarmi, c'ero solo: io, un obbiettivo
incerto, il tuo volto riflettuto in lontananza
e il sole che batteva in pieno sulle vetrate.

 Victor Oliveira Mateus. Traduzione dal portoghese di Vera Lúcia de Oliveira in "FILI D'AQUILONE,
rivista d'immagini, idee e Poesia, Numero 22, aprile/ giugno 2011.
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